Ho incontrato mia cognata per caso, lei ha un figlio dell’età del mio? Scuola è terminata e ovviamente tra mamme, qual è la prima cosa che ci si chiede? Come sta tuo figlio? E mia cognata mi chiede di mio figlio, gli dico: “Ah, guarda benissimo, devi sapere, è stato promosso veramente, anche addirittura con una borsa di studio”.
Io che in verità avevo già avuto sentore che a mia cognata le cose scolastiche del figlio non fossero andate tanto bene, non perdo l’occasione per mettere il dito sulla piaga e le chiedo subito: “Ah Giovanna, scusa, ma com’è andata con tuo figlio?” Ovviamente la colgo in fallo e non si può sottrarre più di tanto. La risposta di mia cognata, pertanto, è sincera, ma molto arzigogolata, perché Giovanna mi dice: “Ah, poverino. Guarda è stato bocciato, ma devi sapere un disastro quest’anno lui si è impegnato, non l’hanno capito i professori che cambiavano un disastro, una classe che peggio di quella non se ci può essere. E un capo di istituto che non ha fatto niente per migliorare le cose. Guarda, stiamo pensando di fare ricorso al Tar”.
Saluto velocemente mia cognata perché si è fatto tardi e quando torno a casa dico a mio marito che è suo fratello: “Ah, lo sai che ho incontrato tua sorella? Guarda, io non ho avuto coraggio, ma quando tu la vedi cerca di farle capire perché quelli vogliono addirittura fare ricorso al Tar, ma ti assicuro che Matteo, nostro nipote, non è sfortunato e un lazzarone e basta. Io l’ho visto in giro con cattive compagnie e di sicuro non si è impegnato”.
Cari lettori, finisco qui questa novella perché altrimenti ci occupa tutto il nostro articolo. Questa narrazione ci serve per introdurci nel tema di oggi, dove affrontiamo un altro aspetto legato al funzionamento ingannevole, ma naturalmente fallace, della nostra mente, ovvero un altro dei tanti bias, cioè gli errori sistematici di giudizio che compie la nostra mente quando deve osservare e analizzare o commentare. Ebbene, quando noi parliamo di qualcosa che riguarda noi stessi, tendiamo a ad attribuire il suo successo alle nostre capacità e alle nostre competenze, quando c’è un fallimento, invece, tendiamo a spostare all’esterno la responsabilità di esso è quello che è successo alla cognata ed è quello però che vede la sorella. O meglio, la moglie del fratello della cognata, nel senso la cognata attribuisce alla scuola la causa della bocciatura del proprio figlio.
Questo meccanismo va sotto il nome di self serving bias, ovvero la tendenza ad attribuire agli altri i propri fallimenti o problemi o insuccessi, mentre ad attribuire a sé i propri risultati positivi o lodevoli. Si tratta di un meccanismo che noi vediamo applicato continuamente nella vita, per cui è colpa dei migranti, è colpa dei politici, è colpa degli speculatori, è colpa del Covid è colpa del fatto che c’è qualcuno che ha delle idee strane, eccetera eccetera? Ebbene, il self serving bias fa parte del funzionamento naturale della mente, ma vi è un altro funzionamento, un altro sistema di interpretazione soggettiva che invece è meno naturale perché può essere come dire indirizzato nella traiettoria. E sono i cosiddetti stili attributivi che diventano dei regolatori.
Del modo con cui noi reagiamo alle situazioni, gli stili attributivi vedono considerano fattori come la fortuna, oppure l’impegno personale o il talento o l’abilità personale, piuttosto che la difficoltà o la facilità di un di una determinata situazione o il fatto di essere aiutati o non aiutati. In buona sostanza, questo tipo di fattori, lavoro. Ora, anche grazie al sistema di Lodi e di critiche che nella vita fin da bambini si riceve. Quindi noi vediamo soggetti che nel tempo sviluppano uno stile attributivo, cosiddetto impegno strategico, dove cioè viene considerato comunque sempre come importante il proprio apporto personale, indipendentemente dalle avversità o dalle competenze, mentre al contrario vediamo stili invece totalmente opposti, dove magari abbiamo persone che non si cercano, nulla di diverso, non cercano di ovviare al fallimento, non cercano di migliorare la situazione, vengono chiamati stili, pedina oppure un altro stile negatore ve ne sono anche altri, ma il concetto qual è?
Il concetto è duplice, da un lato abbiamo la mente che è conformata con i byas e questo è il self serving bias, dall’altro lato abbiamo un sistema di costruzione del senso delle cose che ci succedono, che invece può essere fortemente indirizzato durante la vita di una persona ed è tutta la struttura degli stili di attribuzione. È importante sapere questo perché, perché se già la nostra mente funziona in modo fallace, in questo caso, attribuendo agli altri propri insuccessi e a se stessi, tutto il merito e se già è così, se noi intrecciamo stili attributivi negativi avremo una sorta di bomba atomica di problematiche, nel senso che l’influenza che tutto questo ha sulla sull’atteggiamento, verso le cose, sulla propositività, sulle scelte diventa decisamente rilevante.
Quindi occhio ai bias che già da soli fanno un bel patatrac. Ma teniamo presente come sapere come il sistema di Lodi e di critiche è potentissimo nel costruire in un certo senso la struttura della forza e della motivazione di una di una persona. Tutto questo assieme ci aiuta ad avere una visione della realtà realistica, a migliorare se stessi e soprattutto ad essere motivati verso il cambiamento positivo, cari ascoltatori.
Alla prossima
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