La questione di cui vorrei parlare oggi riguarda le modalità con cui si stanno muovendo le società più recenti nate nell’ambito della produzione di contenuti comunicativi in Italia.
Parto con una premessa: questi fenomeni all’estero si vedono già da tempo, soprattutto in ambiente anglosassone. Questo è un classico: l’italia arriva sempre seconda, terza o quarta nel contesto della comunicazione.
Voglio concentrarmi sul caso italiano perchè arrivare secondi, terzi o quarti non significa che poi si farà lo stesso percorso, ma significa che si ha a disposizione uno specchietto internazionale di quello che arriverà a livello locale.
Come la nostra storia della comunicazione dimostra, anche in un contesto globalizzato, l’arrivare dopo innesca degli altri meccanismi, che ovviamente non si possono prevedere in toto, ma sicuramente ciò che sta avvenendo adesso merita una riflessione.
La seconda fondamentale questione è il perchè mi interessa. Più che da un punto di vista dell’ambiente, del mercato, delle società, della comunicazione o degli editori della comunicazione in quanto tali, cosa di cui io mi occupo parzialmente, questo dice qualcosa su come dovrebbero essere proposti certi contenuti e su come verranno proposti i contenuti successivamente.
In questo senso mi concentro sull’editoring del podcasting, perchè gli editori del podcasting sono ovviamente coloro che per ultimi si sono presentati sul mercato della produzione di contenuti in italia e che quindi intercettano meglio il gioco-forza delle dinamiche, attivano delle dinamiche in maniera molto più protagonistica rispetto agli altri editori dei media tradizionali come televisione o radio, che sono invece più strutturati, anche se ovviamente non possono non essere investiti da un certo tipo di pratiche.
Cosa sta succededo alle società e agli editori del podcasting (quindi a chi produce i contenuti per il podcasting)?
A differenza di quanto avviene per altri tipi di società che producono contenuti, questi ultimi si comportano in una maniera che è a metà tra l’editore puro e la casa di produzione. La differenza tra editore e casa di produzione è che l’editore produce contenuti propri, che quindi lo rendono riconoscibile come editore e in particolare rendono riconoscibile la sua cifra nell’approccio ai contenuti e nella sua scelta rispetto agli autori, che in questo caso sono anche designer. La casa di produzione è invece un contesto che produce contenuti per altri, quindi non distribuirà poi i contenuti, ma viene commissionato un contenuto per terzi. Questo tipo di società del podcasting in molti casi invece lavora a metà, produce sì dei contenuti propri, ma a volte questi contenuti vengono prodotti collaborando per terzi.
C’è una vera e propria caratteristica che viene mantenuta che però coesiste con una rinuncia all’esclusività del prodotto: la tendenza sempre più forte ad avere dei contenuti che da un punto di vista del marchio sono liquidi, fluidi, si spostano su più ambiti invece di rimanere strettamente collegati al proprio editore.
Un saluto e alla prossima.
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