Il problema del consumo del suolo sta diventando pericoloso per l’equilibrio ecologico della nostra terra. Il suolo è una risorsa fondamentale non rinnovabile per gli organismi biologici che abitano sulla terra, fornisce le materie prime essenziali per la vita sulla terra, ma anche per lo sviluppo economico e sociale. A causa dei lunghi tempi di formazione, questa risorsa è considerata limitata e quindi è importante gestirne il consumo per proteggere l’ambiente e le forme di vita che lo popolano.
Il consumo del suolo è un fenomeno associato alla perdita di una risorsa ambientale fondamentale dovuta all’occupazione di superficie originariamente agricola, naturale o seminaturale. Il fenomeno si riferisce quindi a un incremento della copertura artificiale di terreno legato alle dinamiche insediative. Di conseguenza si avranno, inquinamento delle acque, limitazione delle capacità del suolo di filtrarle le stesse e la capacità di assorbire le precipitazioni, con conseguente aumento di fenomeni di dissesto idrogeologico.
L’impermeabilizzazione del suolo ne è l’esempio più evidente, ma ci sono altre forme di copertura artificiale che vanno dalla perdita totale della risorsa attraverso attività di escavazione alle limitazioni delle funzionalità, attraverso contaminazioni e compattazione dovute ad esempio alla presenza di insediamenti industriali, il consumo di suolo e il modo in cui questo viene impiegato dall’uomo è dato dalla crescita dell’area coperte da edifici abitati e fabbricati di altra natura, ma anche da infrastrutture e linee di collegamento.
Secondo l’Ocse sono molteplici le cause che hanno portato a un aumento del consumo di suolo a livello mondiale. Una delle principali spinte è data dalla crescente urbanizzazione che contribuisce alla crescita delle città e alla frammentazione del territorio naturale. Il consumo di suolo rischia di far affogare l’Italia sotto una coltre di cemento e di asfalto. Quanto sia forte il fenomeno in Italia, lo so, comprende anche solo guardando il dato riferito ancora al 2019, le coperture artificiali si sono prese altri 57,5 km² di terreno, circa 16 ettari al giorno, significa aver ricoperto in un solo anno le isole di Favignana, Capraia.
Il consumo di suolo in Italia non si ferma e si fa troppo poco per ridurre il fenomeno, tanto che la velocità con cui si tende a rallentare il processo è ancora molto lontana dagli obiettivi europei che prevedono l’azzeramento del consumo di suolo netto, ovvero il bilancio tra il consumo di suolo e l’aumento di superfici naturali attraverso interventi di demolizione de impermeabilizzazione e rinaturalizzazione. E così si è arrivati a una situazione tale che ognuno di noi è come se avesse in carico 335 m² di superficie occupata da cemento, asfalto o altri materiali artificiali. Un valore che in continua crescita, malgrado la popolazione sia in costante decremento.
I dati confermano che il rallentamento del consumo di suolo è di fatto terminato e che si continua a incrementare il livello di artificializzazione e di fenomeni di conseguente impermeabilizzazione del territorio, causando la perdita, spesso irreversibile, di aree agricole. Cosa implica il consumo di suolo? Oltre a sfregiare la bellezza del nostro paese, implica insieme di problemi che contribuiscono a ad aumentare il riscaldamento globale, che è il segnale rilevatore dei cambiamenti climatici ed è sempre più evidente ed è un problema di cui soffrono particolarmente le città in cui la cementificazione contribuisce a far diventare sempre più calde. Le città stesse che diventano in questo modo isole di calore. La copertura di superfici con cemento. Si nota anche nella differenza di temperatura estive tra aree a copertura artificiale rispetto a quelle rurali, ormai raggiunge valori superiori a 2 ° nelle città più grandi il consumo di suolo colpisce anche le aree naturalistiche protette e quelle vincolate per la tutela paesaggistica, ma colpisce le aree a rischio sismico e idrogeologico, il consumo di suolo è causa di delle trasformazioni del paesaggio e della frammentazione del territorio, che provoca una progressiva riduzione della superficie degli ambienti naturali e un aumento del loro isolamento.
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