Bentornati nello spazio relativo al marketing territoriale del podcast b-Farm tenuto dall’opinionista Samuel Piana.
Oggi voglio farvi fare uno sforzo di immaginazione: pensate di essere il gestore di un territorio lento che non ha un’eccellenza principale e poi un’altra serie di eccellenze secondarie.
Potrebbe essere ad esempio un’eccellenza principale L’ultima cena di Leonardo Da Vinci o il David di Michelangelo.
In quest’ottica abbiamo un territorio affollato di tante piccole emergenze culturali particolari e utili per determinati target, nello stesso tempo però abbiamo difficoltà di integrarli.
Il marketing territoriale spesso è stato chiamato anche marketing integrato. Qui faccio una piccola parentesi: il marketing integrato è ottimo quando bisogna far ragionare più emergenze culturali e collegarle. Tuttavia, il marketing territoriale è qualcosa di ulteriore: è quella capacità di relazionare queste eccellenze culturali fra di loro e verso l’esterno, attirando chi dall’esterno potrebbe investire o spendere (nuove aziende oppure nuovi turisti) e
Dall’altra parte però, il marketing integrato si riferisce anche alla capacità di fare emergere anche come l’identità esce dal territorio, rendendosi quindi funzionale agli occhi dei territori limitrofi. Di conseguenza, ci potrebbero essere degli investimenti anche nei territori limitrofi partendo dal territorio che stiamo immaginando di gestire.
Detto questo, il marketing territoriale è molto più ampio del cosiddetto marketing integrato. Ma torniamo a noi, stiamo parlando di tante bellezze in posti panoramici, mozzafiato.
Dall’altra parte però, dobbiamo capire come renderli fruibili. In questo ci aiuta la tecnologia.
Fin dall’inizio la tecnologia può esserci amica. Quindi ecco che vi presento il primo esempio di tecnologia applicata al marketing territoriale. Questa tecnologia si trasforma in una vera e propria caccia al tesoro. Tutti da bambini abbiamo giocato a cercare il tesoro nascosto dai pirati. Una caccia al tesoro di livello mondiale completamente a costo zero e che ci permette di presentare il territorio al mondo esterno si chiama Geocaching.
Geocaching nasce negli inizi degli anni 2000, quando finalmente anche i consumer possono avere una tecnologia molto potente che utilizziamo tutti i giorni: la localizzazione GPS.
Di cosa si tratta? Si nascondono dei veri e propri piccoli tesori, che non sono altro che piccole sorprese dei famosi ovetti Kinder o un notebook dove segnalare che si è trovato il Geo Cash nascosto in un piccolo contenitore da frigorifero. I Geo Cash vengono nascosti, poi segnalati e localizzati sul sito geocaching.com, quindi un turista che vuole scoprire il territorio può sfruttare questa tecnologia.
Il vantaggio per il territorio lento è che è assolutamente gratuita: non ha spese se non quelle piccole spese della creazione del Cash. Dall’altra parte, se si utilizza con criterio questo gioco, ci permette di nasconderli in posizioni panoramiche che diventano il modo per far scoprire al turista il paesaggio giocando, dando un carattere ludico alla visita e sfruttando anche le attività di gamification, perché più geocash scopro, più sarò portato a viaggiare in questi borghi e territori davvero particolari.
Non ci rimane che darci appuntamento alla prossima puntata.
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