Ciao a tutti sono Mauro Simonetti e questo é un altro contributo per Opinions B-farm. L’ultima volta abbiamo capito come l’evoluzione tecnologica non abbia avuto degli effetti fisici sull’uomo ma piuttosto sulla sua cultura. In altre parole l’evoluzione tecnologica ha influenzato la mentalità dell’uomo, ovvero il modo che l’uomo ha di pensare. Proseguiamo in questa direzione e parliamo di come l’evoluzione tecnologica abbia influenzato, e quindi modificato, il modo in cui l’uomo vede il mondo. Voglio dimostrare questa tesi proponendovi un piccolo gioco che potete fare tutti senza particolare impegno. Pensate ad una destinazione che sia raggiungibile in aereo e che percepite come distante, chiedetevi anche quante sono le ore necessarie per raggiungere in aereo quella destinazione. Sebbene io non sia a conoscenza della meta per cui avete optato, posso comunque stimare che molto probabilmente non sia un luogo in Europa ma piuttosto una destinazione extra-continentale, il perché di questa mia stima lo approfondiremo in seguito. Quindi stiamo parlando di America, Asia, Australia, ovvero di almeno dodici ore di volo, se non diciannove o addirittura ventiquattro per raggiungere l’Oceania. Questo ci dice che dodici ore potrebbero essere considerate come un valore di partenza per arrivare in una meta ritenuta distante. Ora chiedetevi se ha senso che una persona reputi stancante fare un tragitto di dodici ore, io direi proprio di sì.
Per adesso però ci siamo sempre riferiti ad un viaggio in aeroplano, e infatti abbiamo coperto con la nostra immaginazione una certa distanza. Se invece pensiamo ad un viaggio della stessa durata ma in treno, questo non cambierebbe la nostra stanchezza dovuta alle dodici ore di tragitto ma cambierebbe la distanza. Questa infatti sarebbe nettamente inferiore rispetto a quella percorsa in aereo nello stesso intervallo di tempo. Questo significa che in un mondo senza aeroplani verrebbe considerato distante un luogo che richiede dodici ore di treno, mentre in un mondo senza treni verrebbe considerato distante un luogo distante dodici ore di carrozza. Se volessimo andare ancora più indietro sulla linea del tempo, quando non vi erano nemmeno le carrozze veniva considerato distante un luogo che richiedeva dodici ore di cammino per essere raggiunto. Per inciso, essendo di circa quattro km/h il passo medio di un uomo, questo significa che un luogo distante cinquanta chilometri veniva considerato come distante dovendo arrivarci a piedi. A cambiare non é il tempo e quindi la percezione di fatica, ma la tecnologia a disposizione dell’uomo che modifica la distanza percorsa. Di fatto per un uomo che non ha aerei, treni o carrozze un luogo è distante se si trova lontano cinquanta km, mentre per noi uomini del 2022 che disponiamo dell’automobile si tratta di una tragitto assolutamente breve di neanche trenta minuti, dipende dal traffico. In definitiva, quello che é cambiato é la tecnologia e la percezione di cosa siano un luogo vicino e un luogo lontano. Tornando al nostro esempio iniziale, il motivo per cui ho stimato che nessuno avesse scelto come meta una località europea risiede nel fatto che grazie il progresso tecnologico l’Europa viene considerata vicina e facilmente raggiungibile. Questo progresso ha cambiato anche il mindset dell’uomo di oggi che é consapevole di poter raggiungere praticamente tutti i luoghi della terra con al massimo un giorno di viaggio. In altri periodi storici invece la Terra era per lo più inesplorata, e i singoli individui percepivano molti luoghi come impossibili da vedere.
Concludo dicendo che l’evoluzione tecnologica ha modificato il modo che ha l’uomo di vedere il mondo, il quale poco a poco è diventato se non più piccolo decisamente più raggiungibile e quindi in un certo senso più vicino, e questo cambiamento ha unito le terre ma anche i popoli.
Vi ringrazio per aver letto questo mio contributo, vi invito a cliccare sul link qui sotto per ascoltare il podcast da cui é tratto questo articolo e tutte le mie opinioni. Non dimenticatevi di condividere.
Un saluto e alla prossima.
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