Quante volte, cari lettori, rimaniamo “un po’ intrappolati” nell’interessarci di ciò che succede agli altri, soprattutto quando ciò che succede agli altri è qualcosa di negativo. Beh, questo concetto lo possiamo tra l’altro vedere molto bene anche con il successo incredibile che la docu serie di Megan ed Harry sta avendo, dove si fa gossip su quelle che sono le vicende, le malefatte e i segreti della famiglia reale.
Al di là di quello che succede comunque nella famiglia reale, rimane il fatto che spesso le disgrazie altrui procurano un interesse che in alcuni casi diventa quasi morboso e nota l’emozione complessa che in molti casi alcune persone possono provare proprio guardando le sciagure altrui. In psicologia questa dimensione emozionale va sotto il nome di Schadenfreude, che significa proprio gioire delle disgrazie degli altri, che questo avvenga perché c’è una componente di invidia, di competizione, di senso, di ingiustizia o di aggressività pura e semplice. Sta di fatto che molto spesso, di fronte a chi ha delle difficoltà anche importanti, l’empatia è decisamente capovolta.
Ora per quanto concerne invece la propria persona è molto difficile che uno di noi si presenti mostrando il lato più difettoso o più imperfetto della propria, basti pensare a quello che succede nella vetrina più conosciuta è comunque più utilizzata, ovvero Facebook, dove ciascuno cerca di mostrare l’immagine migliore di sé, il selfie migliore, la foto migliore, il profilo meglio riuscito, dove ciascuno cerca di condividere i propri su successi o comunque le cose positive che accadono e bene.
Noi abbiamo esordito in questa carrellata di blog con un primo articolo in cui abbiamo introdotto il concetto di bias o errore sistematico di giudizio e già in quel primo articolo abbiamo imparato a capire come i bias siano un po’ come dei sabotatori del nostro pensiero, degli intrusi, delle presenze un po’ dispettose che compromettono il giudizio critico e oggettivo. Ebbene, in merito alla tendenza a mostrare il meglio di sé, la nostra mente porta come presenza il cosiddetto self Engine transmission bias, o in italiano il bias del Pavone.
È quella condizione mentale per la quale noi siamo indotti a condividere i nostri successi rispetto ai nostri fallimenti. E, come dicevamo, l’uso che la maggior parte delle persone fa dei social è una fotografia esaustiva di questo tipo di bias sui social, infatti, ognuno tende a mostrare il meglio di sé, tanto da far sembrare la vita di tutti meno interessante
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